Presentazione del volume
TIZIANO.
Indagini sulla pittura
Come dipingeva Tiziano? Quale forza creativa ispirava il suo pennello? Perché tornava a distanza di tempo sullo stesso soggetto? Quale differenza c’è tra una replica e una copia? Chiunque si avvicini alla pittura di Tiziano e voglia scoprirne il significato, deve fare i conti con una moltitudine di varianti, che esigono una spiegazione. Alcune di queste si rivelano opere autentiche di Tiziano e aiutano a comprendere il suo percorso artistico. Scrutare l’operato del maestro dentro la sua officina veneziana a Biri Grande richiede prima di tutto un esercizio critico dal vero. Le indagini diagnostiche, storiche e documentarie completano il quadro dentro cui si muove la ricerca. L’ermeneutica dimostra che Tiziano poteva cambiare le sue invenzioni a seconda delle circostanze. La mostra "Scoprire Tiziano" tenta di rispondere a queste domande essenziali, partendo da un dipinto straordinario: la Deposizione di Gesù Cristo al Sepolcro. Tiziano dipinse per la prima volta una Deposizione intorno al 1526-1527 e quel dipinto oggi si trova al Louvre. Poi, nel 1557 tornò sul medesimo tema figurativo, dipingendo una Deposizione per Filippo II, ma cambiando completamente la composizione e il suo significato. Quel dipinto, spedito a Bruxelles per la via del Tirolo, si perse per strada e non giunse mai a destinazione. Così, l’anno dopo, Tiziano rifece la Deposizione inserendo il proprio autoritratto nei panni di Nicodemo e la spedì al re di Spagna per la via di Genova. Quel quadro si trova oggi al Prado. Diversi anni dopo, nel 1572, il segretario del re chiese a Tiziano di dipingere un’altra voltala Deposizione e Tiziano lo accontentò, eseguendo una replica del quadro precedentemente inviato a Filippo II, ma senza inserire il proprio autoritratto. Anche questo dipinto si trova oggi al Prado. In quei medesimi anni Tiziano utilizzò lo stesso modello per una variante della Deposizione, modificando l’assetto della tela e cambiando di posto ad alcuni personaggi. Quel dipinto, pensato forse inizialmente per la tomba nella chiesa dei Frari, rimase incompiuto nello studio di Tiziano a Venezia al momento della sua morte, nel 1576. Comprato successivamente dal cardinale Borromeo, esso si trova oggi alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Intanto nel 1574 Jeronimo Sanchez Coello, fratello minore del pittore di corte di Filippo II,era stato inviato dal re nello studio di Tiziano, rimanendovi per qualche tempo. Quando tornò in Spagna, portò con sé alcuni dipinti che aveva acquistato da Tiziano, tra cui una Deposizione. Alla fine del Cinquecento, nel testamento di Sanchez Coello quel quadro risulta documentato a Siviglia nelle mani di un collezionista. La presenza di una Deposizione di Tiziano a Siviglia, precisamente nella collezione del tesoriere della Compagnia delle Indie, è confermata dal pittore spagnolo Luis Tristan. Ed è dal porto di Siviglia, un secolo dopo, che partì alla volta dell’America una Deposizione di Tiziano posseduta dai coniugi Manuel de la Riva-Agüeroe Francesca Basso della Rovere. Gli sposi appartenevano a due illustri famiglie italo-spagnole e i loro discendenti diedero i natali al primo presidente della Repubblica del Perù. La Deposizione de la Riva-Agüero, trasmessa in linea diretta fino agli ultimi eredi, è rimasta a lungo sconosciuta agli storici dell’arte finché non è stata oggetto di uno studio approfondito, confluito nel volume di saggi di Andrea Donati, Tiziano. Indagini sulla pittura (Roma-Foligno, Etgraphiae editore, 2015).
La mostra è accompagnata da un filmato girato a Venezia dal regista Antonio Pintus (visibile su: https://vimeo.com/160997855).
di San Luca
"L'Accademia Nazionale di San Luca ha lo scopo di promuovere le arti e l’architettura, di onorare il merito di artisti e studiosi, eleggendoli nel Corpo accademico, di adoperarsi per la valorizzazione e la promozione delle arti e dell’architettura italiane." [Statuto 2005, art.1]
Il primo degli Statuti, voluto da Federico Zuccari, risale al 1593 e nel corso del Seicento, l'Accademia ha assunto come simbolo l'immagine di San Luca evangelista, pittore e protettore degli artisti.
Dal 1705 l'Accademia adotta come proprio emblema un triangolo equilatero, costituito da pennello, stecca e compasso, per esprimere la pari dignità ed unità delle tre arti: pittura, scultura ed architettura, sotto l'egida del disegno, come ribadito dal motto oraziano "aequa potestas" che lo accompagna. Nei secoli l'emblema accademico, pur sostanzialmente invariato, assume forme diverse fino alla trasformazione, nel 1934, con l'adozione di un medaglione con l'immagine di San Luca che dipinge, ancora oggi simbolo dell'istituzione accademica al pari del triangolo equilatero.
Il corpo accademico è articolato secondo le tre classi di pittura, scultura ed architettura ed è costituito complessivamente da novanta Accademici Nazionali, trenta Accademici Stranieri, trentasei Accademici Cultori, ventiquattro Accademici Benemeriti.
L'Accademia di San Luca, assunto il titolo di Insigne e Pontificia nel XIX secolo, diventa dal 1872 Accademia Reale e, dal 1948, Nazionale.
Seguendo la tradizione dell'Accademia, in base a quanto ribadito anche dagli ultimi statuti, l'Istituzione promuove diverse attività culturali finalizzate alla valorizzazione delle belle arti. Nell'ambito di tali iniziative vengono curati la pubblicazione di volumi relativi all'Accademia e alla sua storia e l'allestimento di mostre negli spazi espositivi. Le opere delle collezioni accademiche (dipinti, sculture, disegni ed altro) sono restaurate e concesse in prestito in occasione di mostre nazionali ed internazionali.
Le sale accademiche sono utilizzate anche per la presentazione di libri e per lo svolgimento di conferenze e convegni. Particolare attenzione viene rivolta dall'Accademia ai giovani artisti e ai giovani studiosi mediante il conferimento di premi e borse di studio.
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