Restauro a cura di
FABIO PORZIO
L'Autoritratto di Pier Leone Ghezzi (olio su tela, 1747 ) è stato restaurato in occasione della mostra L’Arte del sorriso. La caricatura a Roma dal Seicento al 1849, al Museo di Roma dal 9 giugno al 2 ottobre 2016. (read more...)

opera prima del restauro
Stato di conservazione
La superficie dipinta dell’opera era ricoperta da uno spesso strato di polveri grasse e vernici ingiallite. Al di sotto di esse, erano presenti dei vecchi ritocchi particolarmente estesi nella zona rossa del vestito, zona nella quale il colore tendeva a distaccarsi e a cadere. Piccole lacune di colore con tela a vista erano presenti anche sul fondo e nella zona della scritta ed il fenomeno appariva in atto.
Il retro del dipinto appariva foderato ed ancorato ad un telaio in legno a struttura espandibile. La foderatura risultava in parte non più idonea in quanto erano visibili numerosi distacchi tra la tela di rifodero e quella originale, mentre il telaio si era leggermente deformato.
opera durante la stuccatura tassello di pulitura
Interventi di restauro
- In seguito alla fase della pulitura, eseguita con acqua ed acetone e rifinita localmente con dimetilformammide, è emersa una pennellata veloce e secca. Infatti l’artista usa grandi campiture di colore come basi e sopra dà piccoli e veloci colpi di pennello quasi con il colore puro.
- La scoperta più importante è stata fatta durante la fase della rimozione della tela da rifodero. Sul retro di quella originale è apparsa una scritta autografa dello stesso Ghezzi che dona il suo autoritratto all’Accademia "io Cav. Pietro Leone Ghezzi terminato il presente mio ritratto. Il di 2..? Marzo 17 (47?) per regalarlo all’Accademia di S. Luca e Martina all’età di anni 74 dono il presente anno 1747".

il retro durante lo strip-lining retro dopo il restauro
Si è deciso di non foderare la tela originale, ma di eseguire delle fasce perimetrali di tela di lino misto cotone (adese con BEVA film) per poter ancorare l’opera ad un nuovo telaio di legno a struttura espandibile. La decisione non è stata facile, in quanto la tela originale ,già foderata ,appariva fragile e il fenomeno della caduta di colore era comunque in atto. Si è quindi eseguito un capillare e minuzioso consolidamento della fibra della tela e della pellicola pittorica mediante iniezioni di adesivo termoplastico sintetico ( BEVA gel), specialmente nella metà inferiore del dipinto. Si è optato per un adesivo che non avesse una base acquosa per evitare di riattivare la colla rimasta della vecchia foderatura che comunque era penetrata nelle fibre della tela e che non si era potuta rimuovere dalla zona della scritta, altrimenti quest’ultima sarebbe scomparsa.
- L’intervento si è concluso con la stuccatura delle lacune con gesso di Bologna e colla di coniglio e con la reintegrazione pittorica a colori a vernice per il restauro. La superficie è stata protetta da vernice retoucher e blanc mat miscelate e date a caldo per nebulizzazione.

opera dopo il restauro